Tra le artropatie, l’artrosi è la più frequente. Diversi studi dimostrano un incremento dell’artrosi direttamente proporzionale all’età a cominciare dai 30 anni, inoltre nell’80% della popolazione sopra i 65 anni si riscontrano alterazioni radiografiche tipiche dell’artrosi.

Tra i fattori di rischio più importanti troviamo: età, sesso femminile, obesità, osteoporosi, attività sportiva, infortuni, debolezza muscolare, determinanti genetici.
L’esame di prima scelta e di primo livello che permette di fare diagnosi di artrosi è la classica radiografia, in essa si evidenzieranno: una riduzione della rima articolare, la sclerosi dell’osso subcondrale, la presenza di osteofiti e talvolta la presenza di corpi mobili calcifici.

La classificazione di Kellgren & Lawrence, basandosi sullo studio delle radiografie, valuta e quantifica la gravità dell’artrosi individuando cinque stadi.
Grado 0 – nessun segno radiologico di artrosi.
Grado 1 – incerto restringimento dello spazio articolare associato a possibile presenza di osteofiti.
Grado 2 – presenza di osteofiti associata a possibile restringimento della rima articolare sui radiogrammi sotto-carico in proiezione antero-posteriore.
Grado 3 – osteofiti multipli, restringimento della rima articolare , sclerosi, possibile deformità ossea.
Grado 4 – larghi osteofiti, severo restringimento della rima articolare, sclerosi severa, deformità ossea definita.

Tra gli obiettivi del trattamento dell’artrosi ne individuiamo tre,  quali il controllo del dolore, il mantenimento della funzionalità articolare e la riduzione della disabilità.  Il trattamento viene  modificato in base allo stadio dell’artrosi. La terapia farmacologica mira alla riduzione del dolore , prevede quindi assunzione di analgesici o FANS,  in quanto ad oggi non è presente una terapia che permetta l’arrestarsi della patologia. La fisioterapia ha un ruolo determinante nel trattamento, in particolare dallo stadio 0 allo stadio 2. Nello stadio 3 e 4 prima di procedere con la fisioterapia, si può ricorrere alla viscosupplementazione di acido Ialuronico. Solo qualora il trattamento fisioterapico fallisca si può ricorrere alla chirurgia con un intervento di sostituzione protesica.

Da Fisioing Lab troverai un protocollo personalizzato basato sulle ultime evidenze scientifiche. Consiste in otto settimane di lavoro, le prime due mirano ad una riduzione del dolore grazie all’utilizzo di terapie fisiche, le restanti 6 settimane invece saranno basate sull’esercizio terapeutico. L’esercizio terapeutico è un tipo specifico di attività fisica che mira a specifici obiettivi, tra i quali il miglioramento del tono e del trofismo muscolare oltre che la ripresa delle attività di vita quotidiana del paziente; oltre 50 studi controllati randomizzati hanno dimostrato l’efficacia degli esercizi in carico nel ridurre i sintomi

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